31.10.10

Fuck Halloween

Ci siamo ormai.
Dopo aver visto interi reparti dell'ipermercato riempirsi di zucche di ogni forma, dimensione e materiale, cappellacci a cono e paccottiglie stregonesche, ci siamo ormai.
No, non abbiamo ingerito sostanze psicotrope: di psicotropo c'è solo l'imbecillaggine che, da qualche anno, induce migliaia di persone, specie nella fascia under-18 (contagiando anche gli under 30), ad attendere con spasmodica ansia la notte del 31 ottobre. Ovvero lo stramaledetto Halloween.
Alle solite: ultimi a imparare l'inglese, primi a scimmiottare qualunque boiata made in Usa, meglio se supportata da tonnellate di merchandising made in China. Ma se Halloween è diventato la festa ultra-global per eccellenza è perché ormai ha fatto gli “zebedei” come due mappamondi a tutte le persone ragionevoli. Analizziamo il fenomeno nel dettaglio.

Se Halloween, che in antico gaelico rappresentava la fine dell'estate, in America è diventato la «notte delle streghe», un motivo c'è:
gli yankee adorano sterminare minoranze - dai pellirossa alle fattucchiere - per poi dedicargli una festa (ai tempi dei Padri Pellegrini funzionava così: si prendeva la vecchia più sciroccata del villaggio, la si accusava di nascondere armi di distruzione di massa e la si metteva sul rogo).

Noi europei siamo più coerenti, anche perché, se dovessimo istituire una festa per ogni etnia o religione bastonata nei millenni qua e là per il Vecchio Continente, dal calendario sparirebbero i giorni feriali .
Qui in Italia, del resto, sui roghi, più che le streghe, ci finivano gli eretici e i liberi pensatori. Dunque, chi volesse celebrare un Halloween rispettoso della nostra tradizione, la notte del 31 ottobre dovrebbe girare travestito da fra Savonarola o da Giordano Bruno, e andare nottetempo a spaventare vescovi e il Papa .
C'è da farci un pensierino.

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